lunedì 26 gennaio 2009

POLITICAL MONKEYS



All’alba di pochi giorni fa, circondati dal silenzio e dal freddo; una comitiva di omini blu hanno bussato alle porte del centro sociale conchetta, anche detto cox18.

Purtroppo gli omini blu non erano quelli che tutti noi abbiamo amato sbirciare mentre combattevano contro gargamella o mentre si scambiavano le attenzioni dell’affabile puffetta.

Gli omini blu che hanno bussato alla porta del conchetta erano gli esecutori armati di quello che sempre più sembra un copione perverso.

Così gli omini blu sventolando fogli di carta e manganelli hanno sgombrato i pochi occupanti.

In questo modo vigliacco uno dei luoghi della cultura undergound milanese è venuto a mancare.

Ci si può scommettere che verrà rimpiazzato da un non luogo. Milano città grigia per eccellenza sembra prediligere questi non luoghi dove gli scambi umani sono limitati a transizioni e dove la cultura e lo svago si vendono al chilo.

Peccato, perché io credo che Milano abbia bisogno di luoghi, luoghi veri, luoghi vivi.

Luoghi in cui persone bizzarre si incontrano e i pensieri circolano. In cui il divertimento fatto di musica alcol ed estasi segue percorsi diciamo così più informali. Dove c’è puzza, il fumo ti danneggia gli occhi e i cani abbaiano, perché ci sta anche questo, perché ogni tanto è salutare vedere anche lo sporco.

Un posto dove il denaro, che sembra essere l’unico valore della nostra società, sia meno presente. Da notare che con la giustificazione dei soldi sempre a Milano si è arrivati a tollerare l’apertura di un centro sociale dichiaratamente neonazista che promuove l’odio e la violenza. Il conchetta invece non pagava l’affitto, ma era uno di questi posti veri e trasudava questo sentimento di comunità creativa. Fin già dalla facciata esterna dipinta da Blu si percepiva qualcosa, anche all’interno, dove i graffiti psicoattivi del grande Prof. Bad Trip ne testimoniavano il passaggio, si respirava un’aria che ormai a Milano sembra in via di estinzione. Al Conchetta venivano organizzate mostre concerti ed eventi e all’interno vi era un enorme archivio consultabile di tutta quella che è la storia underground contemporanea.

Ora gli omini blu ce lo hanno portato via.

Come settimana prossima porteranno via quello strano esperimento che è stato l’ostello Pergola.

E sembra che noi non ci possiamo fare niente.

Possiamo solo testimoniare il nostro disappunto firmando la petizione a favore del ripristino di questo magico posto.

Firmare qui.


http://www.petitiononline.com/cox18/petition.html

Ed andare alla festa per l’addio della pergola che a quanto pare c'è già stata.

lunedì 12 gennaio 2009

BLATTA E' BELLO, NIENT'ALTRO

già apparso su ROBENERE rimbalzo qui questo post, che contiene una mia lettura di BLATTA di Alberto Ponticelli.
Compratelo e leggetelo maledetti!

Il signor 5 vive in una scatola. In cui ci sono un letto, un bagno, un tubo per mangiare, un pc e una valigetta.
Il signor 5 lavora in una scatola. In cui c'è uno schermo e due tasti. "Y" e "N".
Il signor 5 si sposta dalla prima scatola alla seconda scatola tramite una scatola.
Il signor 5 vive con uno scafandro addosso.
Il signor 5 non ha sempre vissuto in questo modo, pare di capire, deve aver avuto dei genitori, parenti, amici, amori, cose così. Ma queste sono troppo per lui.
Le scatole vanno meglio. L'atmosfera tutto intorno fanno presagire che non sia l'unico ad aver preso questa decisione.
Un giorno la scatola che lo strasporta dalla scatola 1 alla scatola 2 ha un guasto e il signor 5 si trova fuori da queste scatole.

Così, più o meno, comincia "Blatta" la prima opera sia scritta che disegnata da Alberto Ponticelli. Edita da Bloom in una veste lussuosa, curata, con una sottile vena di spirito maranza che non può mancare. Il formato e la scelta delle carte Alberto lo prende in prestito da Akab e dal suo Nixon, come affettuoso omaggio.

La storia si sviluppa in una sorta di "1984" post-qualunquecosa in cui non c'è nessuno, nemmeno il Grande Fratello.
Ci sono solo scatole, silenzio, vegetazione selvatica, tubi, condotti, cemento e spruzzi di china. C'è una storia d'amore, qualcosa succede. Ma la bellezza di questo libro non sta lì. Non sta nella sequenza dei fatti o delle parole. Sta in mezzo a tutte queste cose.
La storia fila, indiscutibilmente, ed è piacevole da leggere come osservare un bel meccanismo.
Questo libro è bello. Molto. Ed è tragico.
Ponticelli sceglie di abbandonare completamente le chine, i colori e la frammentazione della tavola di scuola yankee a cui ci aveva abituato. Il tratto a matita è nervoso, spezzato, spesso esplode, si sfilaccia, si riempie di frammenti. Si sporca con acquerello, acqua sporca, spruzzi ed effetti digitali. Il risultato è raggelante. Nonostante i segni dei gesti e della vita spesa sopra quelle tavole siano evidenti queste rimangono ghiacciate. In un ordine casuale che è ordine e raziocinio lucido, freddo e distaccato. Così il mondo terribile in cui il signor 5 si muove non ha più niente a che vedere con i mondi cui ci ha abituato il fumetto. Oltrepassa anche il cinema. La parte visiva stessa del fumetto diventa letteratura.
Suggerendo forme e atmosfere Ponticelli crea un impatto emotivo più vicina a quello di certa musica. Dalle parti dell'Industrial o del Noise. Quella musica che mozza il respiro e che senti in pancia e neglia avambracci che si tendono. Così come il respiro manca nelle vertiginose prospettive e nelle gelide pareti, così astratte da risultare inconfondibilmente reali.
Quella è Milano tra 10 anni. E' Parigi o Vienna o Barcellona. O forse è già ora.
Perchè qui il trucco dell'allegoria non funziona. Nulla è simbolo di nulla.
Le metafore rosicchiano la gonna alla realtà lasciandola praticamente nuda, i disegni risultando più reali che se fossero foto.
Più inquietanti che se fossero foto di te.

venerdì 9 gennaio 2009

SEMPRE PRONTI!



Piazza Delight: Le Luci della Centrale Elettrica - B.B.B. (CCCP cover) from prontialpeggio on Vimeo.

Partiamo dall'inizio.
Tre anni fa abitavo coi miei. Avevo un pigiama uguale a quello di mio fratello più piccolo e questo pigiama aveva, e ha tuttora, degli orsetti disegnati sopra. Stavo con la mia ex ragazza e non avevo ancora mai pronunciato il nome "lascimmia".
Stavo facendo colazione in cucina quando mio fratello mi chiama dal soggiorno "ehi fabri vieni a vedere sta cosa".
Vado di là e mio fratello col mio stesso pigiama sta guardando la tv, e c'è una specie di versione animata di street fighter, con tanto di contapunti e barre dell'energia.
"beh? cos'è? cartoni giapponesi?"
"no no, è un canale di musica. prima han messo dei video strani, però belli".
Mi siedo pure io e iniziamo a gurardare. Dopo più di un ora sorgono 2 domande.
Uno: "ma come si chiama sto canale?".
Due: "ma non c'ho fatto caso io o non c'è la pubblicità?".

Se questa fosse stata una romantica storia degli anni 70 l'affezione per il canale sarebbe cresciuta piano piano, con un lento passaparola e un telefono senza fili, con informazioni che si perdono per strada, altre che deviano, fuorviano, eccetera.
Invece, giusto il tempo di capire che il nome era YOS, cerco su google, e si scopre un po' di cose.
E' un canale della piattaforma MTV, che a quanto pare dovrebbe diventare una specie di MTV2, più orientato alla musica indipendente.

La mia immaginazione aveva lavorato in quel breve lasso di tempo, mi ero immaginato un piccolo gruppo di persone che aveva avuto una nuova idea di tv musicale, che aveva in qualche modo trovato la maniera di finire on-air, cose così.
Ma poi, cazzo no, è sempre roba di mtv, eccheppalle, etc.. etc..
Però a me MTV era sempre piaciuta, come il McDonald's e come il Mars. Lo sai che, in un certo senso, ti fa male. Ma se non ne abusi, se sei cosciente..

E comunque è proprio quello che era. La dichiarazione che Un'altra tv musicale è possibile. Detta da LA tv musicale.

- ELLISSE TEMPORALE -

Sono ai Magazzini di P.ta genova con la mia nuova ragazza, e c'è anche Silvio Mancini, c'è anche Jaime, da qualche parte, ma lo perdo ogni due per tre.
La festa ha un che di rave, il capannone, la musica molto alta, che cambia ogni 20 metri. Ma non è un rave, per niente. E' la festa più COOOOOL del momento, come la spacciava 02. E' la festa di QOOB.
Che c'entra? beh, YOS dopo poco diventa FLUX, diventa tutto più ufficiale. E' ancora on-air for free, sempre sulle vecchie frequenze di TeleElefante (quella col tizio del "eeeeeeehkr, il mutandari"), ma la sua parentela con MTV ora è manifesta. Ha una nuova grafica. Ha il suo bel logo in Luggagetag di FontFont, che cambia, che si muove; ha dei bumper fantastici, minimal.
Poi finisce in rete, e, purtroppo, sul digitale terrestre. Il nome è cambiato, ora è QOOB.
Il sito è figo, fa contest, e propone artisti. Swim è figlio di Qoob.

Ok, sto sbrodolando. La faccio breve.

Qoob è diventato in pochi anni un punto di riferimento, per un certo modo di intendere la musica, che non discutiamo qui ora.
Ma ora Qoob chiude.
A breve ormai.
E, a me personalmente, dispiace.

Ma quel gruppo di persone che io mi ero immaginato, ho scoperto, esiste davvero. Non sono degli hacker con un delfino telepatico alla johnny mnemonic, come me me li ero fatti io nella mia testa. E' gente più normale, più integrata (pare), ma lo spirito è quello.

E che fanno ora? QOOB chiude, perchè non incassa e solite cose. Ma, almeno una piccola frangia, quell'idea la vuole tenere.
Un'altra tv musicale è possibile.
http://prontialpeggio.vitaminic.it/

E' una tv vera (quasi). Ha i format, sceglie gli artisti.
Solo che non è una tv, non ancora, è un progetto di tv, ed è su internet.
Ma il materiale c'è.
L'idea anche.
Hanno anche un logo figo.

Oh, a me pare una bella cosa.
E' autoproduzione.

Poi regalano pure le magliette di thomas ray.